Quando si dice che non potevano trovare nome più azzeccato di questo. I Windom Earle sono puro terrore, lo si capisce in sole quattro tracce del loro primo EP. Prendono il loro nome dal personaggio immaginario della famosa serie “I segreti Twin Peaks”, uno delle più ambigue e schizofreniche figure che siano mai capitate in un telefilm made in US. La sensazione che si ha nell’ascoltare questo EP è quella di trovarsi in un incubo da cui non ci si vuole risvegliare, vieni agguantato dal loro mescolarsi di suoni e di generi (jazz e rock psichedelico) e ne rimani paralizzato.
Tre ragazzi pesaresi che ricordano molto i Porcupine Tree (e due album su tutti: "Voyage 34" e "Deadwing") e se ci fosse una voce al loro fianco come quella di Steven Wilson l’attenzione nei loro confronti sarebbe sicuramente diversa; questo non accade perché scelgono la via strumentale: nessuna parola, tantissime sensazioni. Il filo conduttore che lega assieme questi ragazzi è la loro passione per i film e le colonne sonore, non sfigurerebbero come sottofondo di storie ricche di suspense e intrise di scene horror/splatter. Si parte con il ticchettio di “Circle” si viene trasportati in un vortice di ansie e paure che, da amante del genere, accogli ben volentieri. Le ultime due tracce concludono con un certo senso epico che ben rispecchia i rispettivi titoli, “The wood of the self-murderers” e “The harpies and the suicides”: la prima è più sporca, alterna schitarrate hard rock, un suono sporco e urla ben in evidenza; la seconda è più ragionata, da titoli di coda, parte jazzata per finire nella psichedelia che flirta con strumenti acustici.
I ragazzi hanno la grinta necessaria, una mente immaginifica e una discreta tecnica. Un lungo viaggio cinematografico, mettetevi comodi.
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