Non so se e quanto vogliano fare dell'ironia i Metamorfosi in Viola nel momento in cui scrivono, nelle note biografiche, che "il titolo del demo ci e' stato copiato dai Sepoltura (sic!) che neanche ci hanno mai sentiti". Voglio quindi sperare che si tratti, nella maniera più assoluta, di sense of humour all'ennesima potenza e a 360° - quindi anche tanta tanta autoironia - perchè affrontare la recensione di questo ep è compito gravoso.
Per dire: quando una band arriva a dichiarare che di tratta di "cinque canzoni che ogni hanno (sic x 2!) i Metamorfosi in Viola registrano per vedere se c'e' qualche miglioramento" cos'altro potreste aspettarvi? D'accordo, spesso succede che le autodescrizioni non rispecchino al meglio il profilo di un gruppo, ma stavolta non potevamo prescindere dal prenderne spunto. "Kairos", per farla breve, è un'accozzaglia di suoni/stonature ("La musica è fondamentalmente rock alternative hard and noise" ci dicono) e di testi per i quali fatichiamo a trovare un senso compiuto che sia uno (la formazione laziale ci spiega che "i testi sono volutamente più semplici dei precedenti lavori della band proprio per fare uscire di più l'odio dell'essere ancora degli artisti sconosciuti ai più").
La mission imporrebbe di trovare almeno uno spunto sul quale provare a ragionare per il futuro, ma qui dentro non se ne trova neppure l'ombra di idee anche solo vagamente mediocri. Figuriamoci per quelle alla soglia della sufficienza. Il player alla vostra sinistra sarà giudice impietoso: provate a mettergli a disposizione le vostre orecchie.
P.S. E iniziare il lavoro con la cover di "Impressioni di settembre" non è affatto una buona idea...
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