Un'esordio acerbo ma grintoso per la formazione alternative rock emiliana
Leggi “Autobanh” e pensi all’omaggio ai Kraftwerk ma ci vuole poco a capire che i riferimenti si fermano al monicker. Infatti qui, lontano da viaggi elettronici, siamo dalle parti di un alternative rock scuro, sporco, guitar-oriented, sfondo di testi in italiano a tema disagio post-adolescenziale con qualche velleità sociale. Il tutto parte dall’alternative USA, ma il solco seguito con più convinzione è quello del rock italico, un (bel) po’ Ministri, un po’ TdO. Il tutto è ancora abbastanza acerbo, sia nel songwriting che nella cura del suono, ma ci sono delle buone premesse: alcune melodie azzeccate, riff tirati e grintosi, una buona sezione ritmica, il tentativo di declinarsi in forme diverse (e va detto che l’unico episodio davvero negativo è la pseudo-ballad “Macerie). Bisogna però lavorare sulla la resa della voce: questo cantato punk impostato risulta poco incisivo, e a volte conclude in maniera raffazzonata delle potenziali buone soluzioni melodiche. Comunque, considerando che il gruppo è in piedi da poco, non c’è male. Se i quattro emiliani sapranno limare il loro stile e il loro suono dove serve, ci si può aspettare un buon esordio sulla lunga distanza.
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La recensione Autobahn di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-12-11 00:00:00
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