“Corpi estranei” è un disco autoprodotto del 1999 e, considerando il tempo passato da allora, non so quanto senso possa avere recensirlo adesso. E’ inevitabile infatti tornare indietro e chiedersi chi e cosa c’era nel ’99 in giro per i palchi italiani. Vi sembrerà strano questo inizio e magari vi chiederete cosa c’entra… c’entra! O almeno c’entra con quello che mi è passato per la mente ascoltandolo.
I New Hyronja suonano…e suonano bene: musica compatta e rumorosa che pesca nell’archivio di un certo grunge anni ’90 (vedi la nirvaniana “Ti voglio clonare”) vagamente più noise degli amati (sbaglio?) Pixies e rimescola il tutto con soluzioni personal-nostrane. I testi sono (manco a dirlo!) ironici, giocano con le parole servendosi di immagini e situazioni prese dal quotidiano, stravolgendo il tutto in virtù di una visione sarcastica che non può lasciare senza sorrisi.
La scuola è quella degli storici Skiantos, le melodie e lo stesso modo di cantare spesso ricordano da vicino parentesi tipiche del rock-alternativo italiano (qui penso alla traccia di apertura) che sembra esca direttamente dalla voce di Godano, o la parte iniziale di “Bitume” di stampo ferrettiano. Il pezzo che convince di meno è forse l’ultimo, “Watts”, una specie di (se mi è concesso il termine) ‘reggae&noise’ che, seppur ben presentato, personalmente mi è parso meno adatto all’indole dei Nostri.
Delle storie assurde che spuntano fuori dalle tracce di questo disco sottolinerei “Vai tranquilo” e “Vodka”, nonchè “vVv lov” che ricorda la versione newhyronica di un primo Clementi. Date le qualità musicali e di idee che emergono cosa dire? Magari è stupido e inutile a scriversi, ma ho l’impressione che la band abbia un po’ pagato la vena ironica che la contraddistingue. Se invce avesse concepito l’opera in maniera più realistica e meno visionaria (mmm… magari alla Bukoswki, tanto per buttarla sui libri), credo proprio che non avrebbe avuto difficoltà a mantenersi a galla accanto ai nomi più della scena rock italiana. Forse perché personalmente non ho mai cercato divertimento nella musica o nelle canzoni - ma questo è un discorso a parte e comunque un discorso mio.
Diverso è invece quello che potrebbe succedere in un live; in quel caso si tratta di uno spettacolo, e credo che uno show dei New Hyronja potrebbe davvero divertirmi.
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La recensione Corpi estranei di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-11-08 00:00:00
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