One-man band da Savona, un esordio folk/blues dalle tinte cupe e pischedeliche
“Rough Brass” è un lavoro interessante. Ossessivo, ruvido, cupamente onirico, imprevedibile, e tanto più interessante in quanto parto di una sola mente pericolosa, quella di Simone Perna, ex batterista dei Viclarsen, ora votatosi alla chitarra acustica e alla voce. E’ proprio la 6 corde acustica a farla da padrone nei 5 pezzi che compongono l’EP, che sia quella acida e blueseggiante della psyhco/folk “Spies”, quella delle vagonate di flanger che fanno da sfondo alla loureediana “Polka Dot Shirt” o quella della cascata di loop di “Calling Sister Midnight”, riuscita cover del classico di Iggy Pop.
Perna mette giù un folk/blues pischedelico e viscerale, violento, ma che sa essere anche intimo e leggero; sfoggia uno stile già molto personale, costruendo un percorso coinvolgente lungo il quale smarrire piacevolmente la via, facendosi rapire dall’effetto quasi ipnotico dei riff ripetuti allo sfinimento, dai loop e dai delay, dai repentini cambi di dinamica e dalle scariche inaspettate di energia, per arrivare senza quasi un attimo di noia alla fine di un ascolto non dei più facili, ma di ottima riuscita.
L’unica pecca è costituita dall’inglese, non sempre credibile al 100%, ma il prossimo disco, a breve in uscita, sarà in italiano, quindi avanti così.
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La recensione ROUGH BRASS di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-01-15 00:00:00
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