Tommaso Di Giulio Per fortuna dormo poco 2013 - Pop, New-Wave

Per fortuna dormo poco precedente precedente

Tommaso di Giulio dorme ma è un tipo sveglio. A dimostrarlo un pugno di canzoni all’insegna di un pop aggraziato e dall’allegria contagiosa.

Se sei un cantautore e tiri fuori un disco dall’andamento vivace e a un certo punto ti metti a pontificare che “le canzoni allegre non servono a niente”, allora i casi sono due: o la tua fonte di ispirazione è il Partito Democratico oppure ami i paradossi e tutto quel che ne consegue. Pur non avendo conoscenza diretta di Tommaso Di Giulio, la seconda ipotesi appare come la più plausibile.

Paradossale un titolo che è tutto un programma, paradossali gli sforzi per dimostrare che il blues è nelle tue corde, che la new wave – specie se annacquata quel po’ che basta – non ti dispiace se poi fai di tutto per risolvere la questione in una bolla pop. Che, in fondo, è la parola chiave per disquisire su “Per fortuna dormo poco” e sulle sue dodici canzoni perfette perfettine, immediate, rotonde, aggraziate, allegre, ironiche, volendo persino semplici ma non troppo. Un pop che non gira attorno a se stesso, che vira attorno ad arpeggi folkeggianti, trombe davisiane, dolcezze assortite, elettronica tagliata a pezzettini, archi discreti, testi ai confini della genialità (“Il tuo animale preferito è il fenicottero: avrei dovuto capirlo che eri un tipo complesso”), con leggerezza sparsa quasi ovunque, certo, anche se agitata da un gusto surreale e a volte straniante.

Di Giulio si inerpica tra i suoi miti dichiarati come Max Gazzè e Franco Battiato, gioca, ma poco poco, a fare il verso a Dente (con la blueseggiante “Digiuno”), tanto che i suoi sembrano movimenti da veterano della scena indie. Cosa, peraltro, nemmeno troppo lontana dalla realtà: a parte le esperienze e le autoproduzioni di fine decennio, a dimostrarlo c’è soprattutto la vittoria a Musicultura 2012, un premio arrivato non per caso, un’affermazione che avrebbe tolto il sonno a chiunque, non certo a Tommaso Di Giulio. Beh, insomma…

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La recensione Per fortuna dormo poco di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-06-19 00:00:00

COMMENTI (5)

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  • MichelaAngeletti 11 anni fa Rispondi

    Secondo me l'ipotesi di Manthomex The-Man è molto giusta: il disco di Tommaso è molto ironico e chiuderlo con "le canzoni allegre" è sicuramente un accentuare questo suo modo di guardare e descrivere la realtà.
    Non riesco a capire cosa voglia dire "gli sforzi che il blues è nelle tue corde..." e tutto il resto, perchè Tommaso mi sembra un artista molto eclettico, ma va bè...
    L'ho ascoltato molte volte e sinceramente non ci ho trovato mai nulla che possa fare "il verso a Dente", secondo me sono imparagonabili: due stili piuttosto diversi... poi uno è palesemente cinico, mentre l'altro ha fatto un disco intero contro il cinismo.

    Disco molto bello.

  • andrea.inglese.7 11 anni fa Rispondi

    Disco molto elegante con testi particolarmente originali!

  • emanuela.giordano.73 11 anni fa Rispondi

    Disco bellissimo!! Grande Tom..

  • man.theman.3 11 anni fa Rispondi

    Avanzo un ipotesi teorica: e se il Di Giulio/Indie fattosi qui Di Giulio/mainstream avesse posto il brano sulle "canzoni allegre" a fine disco come autocritica e quasi autogiustificazione del suo ultimo lavoro? Sarebbe bello! Anche perchè vorrebbe dire che a Di Giulio, come agli immortali Cochi & Renato, "piacerebbe cantar una canzone intelligente, che segua un filo logico importante e dica un pò di tutto e un pò di niente"

  • emanuela.giordano.73 11 anni fa Rispondi

    Ritrovo l'assonanza con Gazzè e Battiato ma non assolutamente quella con Dente. L'ho ascoltato più volte e mi pare un ottimo disco.