Ep metal: aggressivo, ben suonato e curato nei particolari. Niente male per un'autoproduzione, aspettiamo l'album.
Chiamatelo alternative, industrial metal o come vi pare. Quello dei D8D è di quel tipo potente, aggressivo, graffiante e tagliente che non può lasciare indifferenti. Ed è pure ben studiato, ben arrangiato e ben suonato. La parte vocale poi, davvero di spessore, è caratterizzata dalla perseverante alternanza tra un approccio melodico ed uno ben più urlato, e dà all'album un tocco decisamente interessante. Il resto è riconducibile al metal più classico degli anni zero: grancassa incalzante e talvolta martellante, un suono di chitarra corposo e mai esagerato tra una fase ritmica potente e brevi assoli.
Sono sicuro che questi sei ragazzi livornesi diano il loro meglio nelle esibizioni dal vivo. Nonostante una registrazione di discreta qualità, si ha una buona certezza che le potenzialità di questa band vadano ben oltre questo lavoro (autoprodotto, tra l'altro). La mezz'ora scorre via rapidamente: "V-Rock", il primo brano, è esattamente ciò che ci si aspetta da una traccia d'apertura. Sonorità potenti, un ritmo travolgente e una melodia orecchiabile. "Inferno" è treno in corsa, mentre la successiva "Industrial" è forse la più completa e "raffinata" dell'intero album. Con la breve title-track strumentale il disco inizia a farsi più oscuro e cupo, culminando con la conclusiva "S.O.M.E." che ti lascia sospeso, per via una continua alternaza tra rumori e parti acustiche, e diventi sempre più curioso di come potrebbe essere un possibile loro debut album, registrato meglio, e con più canzoni. Sicuramente un passo che i D8 Dimension devono fare, se lo meriterebbero davvero.
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La recensione Octocrura di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-09-27 00:00:00
COMMENTI (2)
bravi biNbi
Questi spaccano abbestia, anche perchè il cantante sono io.