I King Suffy Generator sono una di quelle band delle quali non si può parlar male. Basso profilo, tecnica da vendere, suoni ricercati e pertinenti al genere, tirano fuori dal loro cilindro 5 suite strumentali per le quali si servono degli stilemi prog rock 70s, quello non contaminato dal metal o dai modernismi farlocchi dell' elettronica midi, per arrivare dritti al punto dalle prime note.
Dagli affondi math in stile Tortoise più sonici di "Odd Faith" al post rock fusion di "Carpathians", un pezzo emozionante che vive di dinamiche e cambi di tempo à la King Crimson, rinverditi dai suoni veri, più sporchi di quelli ormai patinati della seminale band londinese. "The Glazier" e "Laziness or Fear" sono prog all'italiana ed un gran complimento per quanto mi riguarda, fluttuanti tra i Goblin e gli Area, con sax e synth in evidenza. La title track chiude questo lavoro con un incedere roccioso e sincopato, rotto da un inserto psichedelico dal quale ne esce uno space rock che rimanda agli Hawkwind. Accostamenti di spessore per una band che sa suonare e sa comporre, che farà la felicità degli amanti del genere e dei neofiti, che sa attualizzare lezioni importanti con una naturalezza invidiabile. Li attendiamo alla prossima prova, questa è superata con lode.
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