Avete presente quando facendo zapping sulla radio in macchina vi imbattete su qualche radio locale che passa quelle canzoni italiane anonime di musica leggera stereotipata che potrebbe cantare chiunque e che nessuno sa spiegare come siano finite in radio, compresi coloro che fanno la programmazione. Ecco, Paolo Coruzzi è il tipico cantante pop da radio locale. Di quelli che prende in prestito la tradizione tutta della musica italiana più pop, dai Pooh a Baglioni, dagli Stadio a Zarrillo, infilandoci pure qualche sfrisata da cantautore vecchio stampo. Che non necessariamente poi Paolo Coruzzi somiglia a questi artisti, ma è quella roba lì. Quella che non puoi nemmeno dire che è brutta, perchè in fondo lui ha tanto mestiere, grande preparazione tecnica, molta padronanza delle melodie, gioca decentemente con le parole e tenta persino qualche variazione sul tema. Il problema, il grandissimo problema, è che tutto è estremamente anonimo. Canzoni che avrebbe potuto scrivere e cantare chiunque. Canzoni che sentiremo in qualche radio locale, probabilmente.
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