Domanda banale: quando marzo è appena cominciato e si respira con più vigore per provare a catturare anche solo una fuggevole ventata di odore di primavera, cosa c'è di meglio che aspettare che sboccino i fiori rosa fiori di pesco ascoltando un disco che si intitola “Au printemps” e che è pop che più pop non si può? Risposta altrettanto banale: niente – poi qualcuno potrebbe sì dire che lui in primavera si diverte ad abbattere ciliegi ascoltando death metal, ma in linea di massima è inutile fare gli spocchiosi, la risposta è: niente.
Questo è il disco giusto al momento giusto, con la sua copertina acquerellata e le canzoni spudoratamente carine. Tanto carine che può succedere di chiedersi se per caso non ci stiano prendendo per il sedere: “Another Love Song”, per esempio, non è troppo zuccherosa per essere vera? con le voci unisone di lui e lei, la chitarrina country, i coretti, sembra la parodia della colonna sonora di una scena di montaggio “lui e lei mangiano il gelato imboccandosi, fanno le bolle di sapone, si rincorrono a piedi nudi nel parco...”. Insopportabile o irresistibile, dipende da quanto odore di primavera avete (o avreste voglia di aver) inspirato. Insopportabile o irresistibile come la vocina di Florencia di Stefano quando parte la prima traccia e pensi di aver messo su per sbaglio Kylie Minogue e allora ti viene voglia o di lanciare il cd dalla finestra o di prendere i pattini e organizzare una serata disco-funky, come l'ammiccamento generale a tutto ciò che fa tanto musica giusta, tanto festival indie, tanto college, molto Scozia, molto '80/'90, il twee, lo shoegaze. Tutto molto carino. Troppo carino? Forse sì, ma marzo è appena cominciato, se respiriamo con più forza sentiamo l'odore della bella stagione, e non c'è niente di meglio che aspettarla in compagnia di un disco pop che più pop non si può.
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