Il “Live in Japan 2002”, registrato lo scorso maggio durante il tour nel Sol Levante, ritrae una PFM in grande spolvero. E’ un doppio cd che raccoglie il meglio della sua produzione a trent’anni esatti dalla pubblicazione del primo album “storia di un minuto”.
Quest’ultimo lavoro è carico dell’entusiasmo che ha portato i componenti storici (Di Cioccio, Dijvas, Mussida e Premoli) e il ritrovato Lucio "Violino" Fabbri a riprendere le redini della loro storia in giro per il mondo. C’è tutta la potenza strumentale dei ritmi e delle chitarre e i voli immaginifici delle lunghe suite sinfoniche. Il tutto racchiuso in due ore e mezza di esuberanza fisica e di profondo coinvolgimento emotivo.
Naturalmente sono stati chiamati a raccolta tutti i momenti più rinomati della loro carriera: “River of life”, “Photos of ghosts”, “Dolcisima Maria” e “Maestro della voce” solo per ricordarne alcuni. Ma si potrebbe continuare fino a passare in rassegna tutti i titoli inseriti nella ricchissima scaletta; fra i tanti è bello ritrovare “Out of the roundabout” (tratto da “Chocolate kings”, uno dei migliori album rock di tutti i tempi). Ma c’è anche “Bandiera bianca” (arrangiata alla maniera della PFM) che risponde alla versione di “Impressioni di settembre” incisa recentemente da Battiato, anche se il vero inedito è “Sea of memory”, una trama sonora di largo respiro che si avvale del testo e della voce di Peter Hammill. La splendida interpretazione dell’artista inglese sublima un brano che riabbraccia la magniloquenza compositiva degli esordi e rievoca vecchi brividi. La nuova canzone potrebbe essere un prologo del prossimo lavoro che il gruppo realizzerà in studio, tanto che l’idea preannunciata già da qualche mese è proprio quella di recuperare pienamente i codici espressivi del passato.
Il concerto vero e proprio si apre con “La carrozza di Hans”, un brano che Fabbri (special-guest della situazione) non aveva mai suonato dal vivo neppure durante la sua permanenza nel gruppo negli anni ’80. Ma “Live in Japan 2002” include anche tutti quei momenti di libera improvvisazione che sono da sempre la costante della band e che aggiungono un valore speciale a questa lunga carrellata di successi.
Prima di chiudere il sipario, il gruppo ricorre alle armi pesanti del proprio repertorio e si congeda con la gloriosa sfilata di “Impressioni di settembre”, “E’ festa” e “La luna nuova”.
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