Paesaggi sonori intensi e raffinati, per il quarto disco dell'artista sardo tuttofare
Atmosfere intense, elaborate, da ascoltare con cautela, nel posto giusto, al momento giusto. A me fanno venire in mente un pomeriggio qualsiasi in cui, spossato, mi appisolo sotto il sole cocente in una vasta landa nei pressi di un rifugio di alta montagna, dove un venticello leggero mi da tregua e mi permette di godermi una solitudine impermeabile amplificata da un panorama di un'ampiezza agghiacciante. E questo fino a notte fonde, quando solo il freddo mi risveglia, bruscamente, da un paesaggio, tutt'altro che onirico, in cui ero beatamente immerso.
Bloom è il quarto album del compositore sardo Gianluca Porcu, in arte LU-PO, che ne ha curato anche la registrazione, la produzione, il mixaggio e (giusto per non farsi mancare niente) anche le grafiche di copertina. Le prime canzoni si basano su giri di chitarra soffici, caldi, rigorosamente arpeggiati, su cui poi si sviluppano sonorità elettroniche eteree, avvolgenti. Avanzando con i brani progrediscono anche le sonorità distorte, i rumori indefiniti. Nulla comunque è lasciato al caso. Ogni minimo granulo di sporcizia è curato sapientemente per trasformare il suono in paesaggio, ogni effetto calibrato minuziosamente per non rischiare di diventare invadente. Il tutto racchiuso in uno scrigno di malinconia, che in undici tracce viene aperto, ammirato e chiuso con molta delicatezza, per essere poi riposto al sicuro, fino al prossimo ascolto, alla prossima immersione.
Come lui stesso ci racconta nella sua biografia, di questa piccola perla se ne sono accorti anche oltralpe, con la nomination ai Qwartz Music Awards di Parigi, il prestigioso premio di musica elettronica ed arte digitale che ha coinvolto e coinvolge importanti nomi della musica internazionale come Björk, Alva Noto, Laurie Anderson, Matthew Herbert.
In conclusione, "Bloom" è sicuramente un disco che va gustato fino in fondo, pazientemente, possibilmente senza nessuno nei paraggi che possa intaccarne la magia. L'impressione è che ne viene fuori è di un LU-PO pittore, che usa la musica come un pennello, per creare con note, rumori ed effetti i suoi particolari dipinti sonori.
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La recensione BLOOM di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-07-30 00:00:00
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