Plasmato attraverso un'asse ideale che collega senza caselli autostradali Roma (città del frontman) all'Emilia (residenza della band), M'Ors è il progetto di Marco Orsini, cantautore che si presenta all'esordio discografico con un album eponimo mixato da Manuele “Max Stirner” Fusaroli (Tre Allegri Ragazzi Morti, Zen Circus, Management del Dolore Post-Operatorio, tra i tanti). Dieci tracce che si esauriscono nello spazio di una mezz'ora corposa: le sonorità evidenziano una chiara matrice pop, un'attitudine easy listening a cui si abbina una ricercatezza negli arrangiamenti (“Il Mio Amico Gramsci” suona, nelle sovrincisioni di tastiere e di linee vocali, anni '70) che eleva il disco a qualcosa in più dell'ennesimo cantautore che vuole togliersi di dosso lo stereotipo “chitarra-voce” suonando in full band.
M'Ors tocca diversi generi, alcuni solo superficialmente (come le ritmiche patchanka che si apprezzano in “Tutti in Piazza”) mentre altri, riconducibili alla canzone d'autore ed al pop, diventano cavallo di battaglia dell'artista nato e cresciuto nella Capitale: “Eritrea” e “Poesia” rappresentano un biglietto da visita improntato sulla coesione fra melodie eteree e testi di forte impatto.
La leggerezza mai banale di M'Ors si conferma anche nelle liriche: le tematiche profonde non scadono mai in intellettualismi ridondanti ma raccontano con sincerità e vera emozione le situazioni, i contesti sociali di una quotidianità a volte troppo opprimente. L'invito è chiaro: abbandonarsi all'esotismo ed alla leggerezza di un pop italiano curato e ben prodotto; M'Ors convince (ricordando un po' il Dente di “Non c'è due senza te”): forte di un lavoro in studio efficiente, la sua opera prima rappresenta una piacevole novità ed evidenzia una buona qualità artistica. Quando si dice partire col piede giusto.
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