Rock agrodolce: armonie ricercate e dissonanti. Nulla di nuovo, però.
Da assaporare fino in fondo il lavoro agrodolce dei Marsh, non monotono e alquanto piacevole. Un rock, a tratti cantautorale, oscuro ed elaborato. Un disco suonato molto bene e che mantiene la giusta elettricità anche nei pezzi apparentemente più tranquilli.
Si respira aria di Marlene Kuntz, alle volte. Tutte e tre le tracce, "Loop Paura", "Morte Inattesa" e "La cena degli assurdi", sono ricche di sfaccettature e presentano un chitarrissmo lento e avvolgente che si alterna ad esplosioni più violente e noise con degli ottimi suoni di batteria e basso. Una voce morbida e calda, testi profondi, melodie piacevoli.
Nulla di nuovo, però. Tutto già ascoltato. Solo una gran voglia di riappropriarsi di quella scena alt-rock che ha caratterizzato la musica italiana negli anni '90. Ceneri.
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La recensione Marsch (Farmhouse Edition) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-04-08 00:00:00
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