Un buon ep di musica elettronica strumentale.
Il progetto è in piedi dal 2001 e ha prodotto già altri cinque album. In questo nuovo capitolo è la brevità a farla da padrona, non ci si perde tra i minuti, si viaggia veloci e diretti senza aver bisogno di parole alternando titoli in italiano e inglese.
L’elettronica è morbida e soffusa, mai invadente, semplice, metodica e domestica ma mai banale; non mancano incursioni o ambientazioni differenti che come rapidi acquerelli si mescolano sulla tavolozza lasciando piccoli frammenti incompiuti a sedimentare. L’incipit di “Gente con barba” ha la capacità di catturare sin da subito l’attenzione: chiarisce l’intenzione e ci mette con le spalle al muro con pochissime note sintetiche e una drum machine quadrata riverberando il tutto. “Iniziare una cosa e finirla male” ha nei synth un senso di quotidianità, un continuo incedere verso la mancanza di compiutezza, un’esplosione che diventa assenza. “Give me an hour” è più evocativa e psichedelica, merito di un candido arpeggio che apre le trame all’ambientazione sonora. “Underwater gattini” si muove soffocante e claustrofobica con echi e vagiti lontani (non sfigurerebbe in un disco come “Good morning spider” degli Sparklehorse).
Mi piacciono molto i titoli di questo disco, come se l’assenza di testi non pesasse, come se unendoli ognuno potesse scrivere il suo racconto su temi ricorrenti: la quotidianità, le notti, l’insonnia, l’incedere dei mesi e l’assenza che scherza con la solitudine. C’è il rischio che “E in estate sarà/ sempre così freddo?” passi inosservato ma è davvero una piccola gemma. Ascoltatelo.
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La recensione e in estate sarà / sempre così freddo? di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-05-10 00:00:00
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