I Necronache esordiscono con un ep in cui si gioca con chiaro scuri musicali, luci ed ombre
Non male la proposta dei Necronache. Nome italiano ma musica assolutamente esterofila, sia per sonorità che per l’uso dell’inglese. La band pubblica questo ep a tre anni di distanza dalla propria fondazione.
Il quartetto si considera un mix tra atmosfere grunge ed oscurità stoner rock. Io aggiungerei anche un certo piglio gotico: sarà per l’uso di una sensuale voce femminile in grado di proiettare sui brani ombre e sfumature intimiste, richiamando a tratti i celeberrimi Evanescence. “Heart”, opener del disco, è forse la migliore traccia della loro produzione: oscura nei suoi giri di basso e pronta a concedersi a vette di struggente distorsione; sopra vola la voce di Rosa, delicata ed incisiva al tempo stesso. “Red Hole” alza il tiro mettendo maggiormente in luce il lato rock dell’ensemble, purtroppo le successive non fanno altrettanto limitandosi, invece, a riproporre il medesimo schema. "Celosia", ultima traccia, riporta in positivo il bilancio: unico brano in italiano di una band che aspira ad essere scambiata per americana.
I pezzi, presi singolarmente, sono ben fatti sotto tutti i punti di vista: la scrittura è solida, l'esecuzione è efficace, senza dimenticarsi di una buona produzione complessiva. Manca un guizzo di creatività in più capace di tenere attento chi ascolta dall'inizio alla fine dell'ep. Aspetto un loro full lenght.
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La recensione Necronache EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-04-16 00:00:00
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