Finalmente è uscito il terzo disco di questo notocantautore brianzolo che, dopo il successo delle melodie di"Destinazione Paradiso" e il mezzo fiasco di "La fabbrica di plastica" [che a me personalmente è piaciuto un sacco],propone dodici nuove canzoni e un nuovo look. La musica di questo CD si pone quasi a metà strada tra quella dei dueprecedenti: non così melensa come il primo ma neanche così esasperata come il secondo. Le dodici canzoni spaziano appunto da ritmi più serrati, più rockeggianti a situazioni più calme,piu' riflessive. Quello che si nota maggiormente è comunque l'uso preponderante ed enfatizzato delle chitarre, caratteristica questacomune anche alle precedenti produzioni. E poi c'è la sua voce molto particolare con la quale si permette passaggi di nonfacile ascolto, che sicuramente posso spiazzare in un primo momento, ma che riescono ad amalgamarsi sempre con la musica e il testo.Riguardo a questi ultimi, ancora una volta sono rimasto molto soddisfatto,sia perchè la molteplicità delle situazioni è sufficiente, sia perchè lacapacità di Grignani di evitare rime troppo banali o passaggi ammiccanti l'ascoltatore (o forsele ascoltatrici, cosa questa palese in "Destinazione Paradiso") rende il tutto molto incisivoe poetico. La cosa che più mi ha colpito è stata, mi preme ripeterlo, lavarietà delle canzoni: da una parte "Campi di popcorn", "La canzone","Buongiorno guerra "con chitarre classiche e voce, dall'altra"Dio privato" o "The Joker" molto più veloci, poi ancora "Candyman"[questa è proprio un gioiellino], "Mi piacerebbe sapere", "Baby revolution" e via via tutte lealtre per un disco che non è mai noioso nè scontato. E' un nuovo Grignaniche riesce ad accontentare sia gli amanti del "suo" SanRemo, sia quelli che hanno apprezzato maggiormente ilrock di "La fabbrica di Plastica".
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La recensione Campi di Popcorn di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1998-09-21 00:00:00
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