Alternative-rock con inclinazioni sperimentali. Un debutto che invoglia a seguire le future evoluzioni del quartetto milanese.
In avvio un delicato arpeggio acustico che suggerisce un’apparente stato di quiete. Poi all’improvviso la tempesta. Campo libero a poderose distorsioni tra le quali si fanno largo melodie di ampio respiro. Questa la sintesi di “Disciplina Indotta”, il brano che apre l’Ep d’esordio dei milanesi Ehrenaim. Una sequenza sonora intensa, una formula di base che pur ripetendosi nei successivi tre pezzi non ne pregiudica il forte impatto emotivo. L’ottima voce del cantante Marco, sussurrata ed intimista, si contrappone ad un sound solido e corposo, accostabile all’alternative-rock di formazioni come Oceansize, Chevelle, My Vitriol. Ritornelli sempre efficaci, testi in italiano che ben si incastrano con le parti strumentali. Traspare una certa tendenza ad avvicinarsi a limitrofi territori del post/space-rock. E’ proprio su questo aspetto che gli Ehrenaim dovrebbero puntare con coraggio e sfrontatezza, in modo da rendere il proprio stile ancor più versatile. Per il resto “Anecoici” è senz'altro un debutto che invoglia a seguire con un occhio di riguardo le future evoluzioni del quartetto.
---
La recensione Anecoici EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-05-23 00:00:00
COMMENTI (4)
scrivo di fretta, ho confuso album con EP. detto questo, i brani certo che li ho ascoltati, e di solito mi fido di rockit, funziona bene. questa mi e' un po' sembrata un'anomalia, visto che secondo me ci manca non un qualcosa, ma un monte per arrivare ad un disco decente, e come prodotto di presentazione mi sembra un po' giu'. rabbia e rancore, e lotta con se stessi? dove ne vedi un'impronta che sia nobile?
In ogni caso, non voglio fare polemica.
Ringraziamo Nicolò e la redazione di Rockit per la stesura e pubblicazione di questa recensione. Ringraziamo inoltre per le critiche, sempre utili.
Trovo volutamente cattivo e del tutto insensato il commento di Jacopo Tramontano, a partire dalla definizione di "album". Non è un album, ma un ep. Se queste sono le premesse musicali su cui si fonda il suo autorevole (almeno ci hai provato) commento, non vale la pena leggere il resto.
La domanda sorge spontanea: hai ascoltato i brani?
Purtroppo per te, non parlano di amore, ma di individuo, di lotta con se stessi, di rabbia e rancore. Se tu ci hai sentito solo amore e sesso, forse, dovresti cambiare sito, o trovarti una ragazza.
Detto ció, necessaria risposta a un commento dal dente avvelenato (avresti forse voluto farlo tu?), io reputo il prodotto ottimamente realizzato, i brani coinvolgenti, il sapore agro-dolce. Concordo con Nicoló e resto in attesa di un futuro lavoro.
Gianni
trovo questo album estremamente deludente. i testi sono tanto banali, il sesso e l'amore sono trattati male - ed e' gia' abbastanza banale che vengano trattati cosi' tanto, anche se ci sono eccezioni di esordienti che ci riescono benissimo. Per quanto riguarda il sound... beh, i riferimenti non sono Oceansize e Chevelle, sono Le Vibrazioni e i Negramaro! per capirsi. l'incoraggiamento a puntare sul post-rock e' un eufemismo da recensione bonaria - l'unica strada per non fare pieta' e' il post-rock. e pensandoci, manco quello.