A circa un anno dall’uscita del suo primo live, la cantantessa siciliana pubblica il 5° disco di canzoni inedite. 12 tracce in tutto, più una reprise in inglese di “Matilde odiava i gatti”, costituiscono il corpus di quest’opera, sulla quale, scriviamo subito, nutriamo alcuni dubbi. Ciò non perché l’album non ci sembri riuscito, anzi, ma perché pensiamo che l’artista si sia fatta un po’ ‘travolgere’ dalla smania di tentare arrangiamenti un po’ sopra le righe.
E cioè, dopo la piacevole sbornia orchestrale de “L’anfiteatroelabambinaimpertinente”, le aspettative erano, almeno per il sottoscritto, quelle di un disco rock come finora Carmen ce ne aveva regalati. In sostanza un disco che raccogliesse tanto gli elementi di maturità finora sviluppati (quindi certi arrangiamenti), quanto la carica adrenalinica primordiale che mai avremmo creduto sopita (al di là di “Matilde odiava i gatti”, brano comunque non irresistibile).
E invece “L’eccezione” scorre senza molte scosse, preferendo toni classici, quasi cantautorali - al punto che l’effetto Ligabue ci sembra dietro l’angolo - che non pensavamo la Consoli potesse sviluppare così a fondo. Tuttavia bestiemmeremmo se dovessimo mai scrivere che questo lavoro mostri, ascoltato pezzo per pezzo, punti deboli; piuttosto possiamo inquadare l’opera come una necessità della Nostra amata di spingere al massimo su stilemi sonori che nei precedenti dischi facevano capolino in poche occasioni (penso a “Parole di burro” ad esempio). Oppure potremmo trovare la causa in un’interpretazione canora che in alcuni passaggi rischia di mostrarsi fin troppo abusata, forse perché esclusivamente autoreferenziale. Non a caso ultimamente mi ero sempre chiesto, quasi come se fosse un auspicio, che Carmen quanto prima si confrontasse con un produttore artistico che in qualche modo dettasse nuovi punti di riferimento in una formula che si andava via via esaurendosi. Un po’ come dire che la classe e il talento non si perdono per strada, ma che in alcune occasioni occorre supportare queste qualità innate con i giusti correttivi.
Così non è stato, è il risultato sono la dozzina di canzoni che ascolteremo stavolta come il resto del repertorio; solo, però, con un pizzico di amaro in bocca per non poter gridare ancora al ‘capolavoro’.
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La recensione Carmen Consoli di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-12-21 00:00:00
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