Canzoni da viaggio, con un duo acustico-pop che regala qualche bella canzone
Un duo che ha imbracciato l'ukulele, la chitarra acustica e quelle ballad che, quando si fanno un po' più ritmate, acquistano un sapore indie e pop. Si chiamano Deaf Cities e sono due amici vicentini che vivono tra Milano, Trento e tante altre città d'Italia e d'Europa. Il senso del viaggio c'è anche nel disco, a partire dal titolo. Poi, ci sono atmosfere da songwriting da strada e i testi parlano spesso di aerei, di luoghi, di macchine, di casini e viaggi mentali.
Ricordano qualcosa tra i Death Cab for Cutie e i Dashboard Confessionals. Soprattutto nella traccia d'apertura. Ma pian piano il disco cresce e si scoprono anche Bright Eyes o qualche velleità da Band of Horses.
Sembra un lavoro sincero, in certi punti anche intrigante. Un paio di pezzi, come “The Heathen” o “Road lights” sono meritevoli. Il genere, però, si presta molto a nascondere trappole in cui è facile cadere. Come il rischio di rimanere anonimi o di sembrare troppo uguali ad altri. Non si è mai soli nel dare sfogo ai propri pensieri dietro a una sei corde. Ma se si trova la chiave giusta, allora si fa strada.
Aspettiamo, quindi. Perché magari dal prossimo viaggio ci porteranno un souvenir indimenticabile.
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La recensione the infinite travelling di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-07-08 00:00:00
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