Un immaginario plumbeo cielo berlinese fa da padrino al debutto dei Drama Emperor, intriso di elettronica (sub)metropolitana su scala di grigi.
Alla lunga, lunghissima, lista di band italiane completamente stordite dal seducente richiamo del plumbeo cielo berlinese si accodano adesso anche i Drama Emperor. Il trio marchigiano alla fine dei conti rimescola a suo modo le scorie di quell’ormai lontana eredità immaginifica lasciata in dote dal mitico Duca Bianco al Gotha europeo della musica crepuscolare per i decenni successivi, ad alimentare quelle voglie (sub)metropolitane che avrebbero caratterizzato l’immaginario decadente di new wave, synthpop, dark, industrial e altre avanguardie sparse.
Grazie al contributo di prestigiose collaborazioni (GianMaria Annovi, Stefano Zoppi, Saele Valese e Martin Bisi) e al mastering oculato di Paolo Messere gli otto episodi di “Paternoster in betrieb” rifuggono da una pericolosa monolicità di genere e sventagliano scenografie alienanti ma musicalmente (e linguisticamente) variegate: il post-punk schizofrenico di “Other side” fa pendant con l’elettrodark esistenziale di “Sing sing sing”, l’industrial marziale di scuola teutonica di “Aber” e “Phrase loop” si ammorbidisce nelle trame danzerecce di “Dead Of Technology”, che nel ritornello sembra inacidire “Sounds Like A Melody” degli Alphaville, mentre l’inaspettato sax felino di Stefano Zoppi squarcia la catarsi quasi sepolcrale di “Second Floor” e chiude in bellezza il disco, come ad illustrare l’alba di un nuovo giorno sotto il cielo basso della capitale tedesca.
---
La recensione Paternoster in betrieb di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-07-31 00:00:00
COMMENTI