Mi ero sempre ripromesso di parlare malissimo di chiunque mi infilasse un fuck you all, ma ora che mi si presenta l’occasione non ci riesco. Intendiamoci: non che gli Zeroargento siano i nuovi Afterhours - e, tutto sommato, credo che il loro disco non occuperà oltre il mio lettore; tuttavia una stroncatura netta non la meritano. Il minigruppo a ‘gestione familiare’ (due fratelli, ai quali si aggiunge una chitarra per la parte live) mette insieme 5 tracce - alle quali si aggiunge una cover (evitabile in verità) di “Confusa e felice” della Carmen nazionale - non particolarmente innovative, ma neanche particolarmente banali. Le quali, quantomeno, dimostrano che i gruppi indicati tra le influenze (Silverchair, Alice in Chains) sono stati ascoltati molto bene, ma anche che i ragazzi sanno tenere gli strumenti in mano e che si cerca di scrivere dei testi non accessori.
Magari gli sforzi non sempre si dirigono nella direzione ottimale, ma almeno ci sono delle idee: il disco parte bene, le prime due tracce, più rumorose, catturano l’attenzione e si lasciano ascoltare molto volentieri, poi però ci si lancia nella solita (in)evitabile ballata “Radiospia”, e nel rock senza tanti fronzoli e con pochi motivi d’interesse, della incazzosissima - e forse troppo retorica- “Profondo sud” (quella del fuck you all) per finire con un’altra ballata e con la già citata cover.
Saranno gusto personali, e quindi contestabili, ma il gruppo rende troppo meglio quando fa un po’ di casino. Se non si fosse capito è un consiglio, come quello di evitare i fuck you all.
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La recensione Release one (ep) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-12-27 00:00:00
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