Robespierre Revolutionary Party Robespierre Revolutionary Party 2013 - Cantautoriale, Pop, Folk

Robespierre Revolutionary Party precedente precedente

Un giovane Roberspierre con un ep delicato che cerca di trovare un posto nel mondo

Con un passato fatto di garage, punk e pop, la sfida di Filippo Maria di Caprio (sotto le vesti di Roberspierre Revolutionary Party) è imbracciare una chitarra acustica e cimentarsi in un cantautorato che scivola nel folk e nel pop. Con la collaborazione di Alberto Laurella nasce questo primo ep, dodici minuti e cinque secondi di piacevole musica, quattro tracce che scivolano via (troppo) in fretta.

“Annina e la Ferrovia” è un pezzo scanzonato e cantato a cuor leggero, chitarra acustica, kazoo e uacciuariuari finale (che ci sta sempre male, in qualsiasi modo o posto lo mettiate). “Dichiararmi Guerra” è una canzone da intonare al tramonto di fronte a un mare piatto, ricordi di un incontro davanti a un tè al Bar Centrale accompagnato da un glockenspiel delicato, una chitarra sfiorata dolcemente e una melodia facile da ricordare. “Atlante” è molto simile alla precedente, ritmicamente parlando, giro di accordi malinconico e un synth morbido, mentre la quarta e ultima traccia; “Mismar” è l'unica che spicca fra le altre: forse per lunghezza (quasi cinque minuti che permettono di entrare nel mood dell’ep ed assaporarne un po' le sensazioni), forse per le parole che ti smuovono dentro qualcosa, un sapore malinconico di un’estate che sta per finire, chi lo sa. Gli accordi di chitarra sono ancora simili alle precedenti, è vero, ma il pezzo che chiude l'ep sembra avere un suo perchè rispetto al resto dei brani e lascia la sensazione che tutto sia finito troppo presto, come se fosse da qui che il nostro Roberspierre dovrebbe partire davvero.

La vera pecca del disco, anche se piacevo ed orecchiabile, è che risulta monocorde, serrato, senza intraprendere sul serio una strada precisa e decisa, non lascia intendere dove il giovane cantautore voglia arrivare o, se non altro, come voglia arrivarci. Adesso che il primo lavoro è fatto, non resta che capire come migliorarsi, rimboccandosi le maniche e ripartire da qui, da una sfida, visto che la strada del cantautorato è lunga e fitta di personaggi nei quali imbattersi.

---
La recensione Robespierre Revolutionary Party di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-07-23 00:00:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia