Una sequenza di funk d'attesa in cui tutto succede perchè niente succeda; i suoni, manco a dirlo, perfetti; un Manuel Agnelli in gran spolvero. Una grande colonna sonora.
Said attende, alla pompa di benzina. Sta lì, deve starci tutta la notte, sorvegliando l'incolumità di una partita di droga piuttosto cospicua. Questa, tagliata con l'accetta, è la trama di "Said", il free movie dei Drop Brothers (potete guardarlo gratuitamente su Youtube, qui) di cui questo disco è la colonna sonora. I Calibro dunque si mettono al servizio di una produzione, e per una volta lasciano che siano le immagini a scrivere la loro musica, piuttosto che - come accaduto finora - l'inverso, col nostro cervello ad inventarsi b-movies su b-movies a partire dalle note di Gabrielli e compagni.
"Said" non è, per sua natura, un film dinamico, ma anzi radicalizza e mette in sequenza la staticità, la freneticità della notte che fa ritornare sempre allo stesso punto. Attorno al protagonista transitano così spacciatori, prostitute con relativi clienti, pseudogangster slavi e un freak irlandese troppo ubriaco per farsi anche solo capire. Ma lui, Said, è sempre lì, accanto al suo secchio dove è nascosta la roba. Sempre lì si ritorna.
Come nel funk. Due accordi, massimo tre, un giro di basso pulsante, la batteria, il riff. Sempre lì si ritorna. Da questo punto di vista il corrispettivo musicale alle immagini, da parte dei Calibro, è magistrale: una sequenza di funk d'attesa, in cui tutto succede perchè niente succeda, ad introdurre i vari personaggi (il languido "Tema di Blue", l'imprevedibile "Tema del Rosso", la cupa "Sbirri!") e scenari (come in "Notte di violenza", inguaribilmente poliziottesca, e "Locale", con il suo piano jazzato e il flauto traverso a fare da specchietti per le allodole, chè tanto ciò che veramente interessa lo si guarda con la coda dell'occhio, all'altro capo del bancone).
I suoni, manco a dirlo perfetti, sono come al solito gustosamente fine anni Settanta, con qualche chicca ancora più retrò ("Erotismo", che parte con uno di quelle basi di batteria preregistrata che stanno nei vecchi Farfisa, o "Risoluzione", in cui compare un malinconico glockenspiel), e sono ovviamente una parte tutt'altro che prescindibile in una colonna sonora come questa. Anzi, in un genere come il funk, i suoni sono l'essenza. Così come in un film come "Said" lo sono le atmosfere, i chiaroscuri, i dettagli impercettibili rivelati dalla macchina da presa.
E' un gioco di squadra quello della colonna sonora, in cui anche dei fantasisti come i Calibro 35 devono tornare e difendere la posizione. E i nostri l'hanno fatto, senza paura dei colpi proibiti, anzi: se li sono andati a cercare, suonando live in studio davanti alle immagini. Nessun virtuosismo (anche se, sentendoli suonare, questo è quasi un ossimoro), nessun vezzo da primedonne. Per mostrarsi in tutto lo splendore del proprio palleggio c'è sempre spazio, anche in una partita cuore e calci come "Said": nei titoli di testa, in coda (la bellissima cover di "Ragazzo di strada", alla voce un Manuel Agnelli in grande spolvero), negli spazi liberi lasciati dal film (col soprendente remix in chiave hip-hop di "Sbirri!" e il curioso psuedo-melodico napoletano "Don Vito").
Ma siccome i Calibro 35 li conosciamo bene e li abbiamo visti giocare un numero incalcolabile di volte lì in avanti, col 10 sulle spalle, ci stupiscono ancora di più proprio questa con prova da "libero". Per la classe e l'umiltà con cui hanno giocato, ma anche per il risultato finale, tondo tondo.
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La recensione Said - Colonna Sonora Originale di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-05-06 00:00:00
COMMENTI (6)
Ma la smettete di leccarvi il culo a vicenda? Siete penosi! Manuel perche' devi fare ste marchette?
Beh diciamo che non abbiamo nascosto l'ispirazione
Migliorano sempre di più, complimenti.
grazie, Renzo!
"Risoluzione" è una variazione sul tema di "Golden Brown" degli Stranglers. Quasi un plagio. youtube.com/watch?v=d7R7q1l…
Bella recensione, Silvio!