“Al Vento” è una presa di coscienza. Non di quelle che ci illuminano. Di quelle pronte a farci vedere un umanità umiliata, frantumata e disagiata, del tutto piegata, incapace ormai di accogliere una piccola speranza di rinascita.
Il mondo là fuori ha cessato di essere percepito dai Nient'altro Che Macerie come palcoscenico vuoto, pronto a ospitare e concretizzare ideali e aspirazioni. E' calato il sipario, lo spettacolo del reagire e del costruire non può più andare in scena. Non c'è più niente da rappresentare se non il nulla, la fine. Perché quello che hanno di fronte Simone, Matteo e Andrea e che guardano bene, a pugni stretti e stomaco chiuso sono solo dei resti, delle macerie. Avanzi, detriti di parole-azioni perse nel vento, scivolate e affogate dal caos di una società massificante, apatica e antisociale, che troppo spesso e senza nulla in cambio ricorda che siamo sempre “nel posto sbagliato al momento sbagliato” (“Il senso della fine”). Caterve di macerie, quindi, impossibili da ignorare dimenticare, sono ovunque, ormai da tempo, come per ricordare a tutti noi che siamo “case senza fondamenta, come dei preti rimasti senza i loro Dio” (“Quello che vorrei davvero dirti”).
“Al vento”- secondo capitolo dei tre ragazzi milanesi dopo “Circostanze”- è un testamento morale. Il grigiore dell'esistenza umana alienata raccontata-urlata attraverso sei tracce in perfetto stile emocore italico. Un disco che si muove rabbioso su coordinate tracciate da gruppi come Fine Before You Came, Nuvolablu e Do Nascimiento. Un lavoro capace di trasmettere una progressione emotiva cupa, inquieta attraverso il nervosismo cronico sonoro che i tre ragazzi milanesi ci scagliano addosso, traccia dopo traccia. Un' urgenza espressiva forte di una rabbia intima, portata alla luce da una voce dirompente ma nitida, da chitarre taglienti e una batteria spaccaossa. Elementi, questi, capaci di confluire anche in istanti più fluidi, di calma piatta apparente, per poi riesplodere in impennate impetuose. Certo, una formula non nuovissima, niente di inedito, ma che i Nient'altro Che Macerie hanno saputo utilizzare per creare una poetica carica di significati, che sono un toccasana per il genere in questione. Questo per dirvi di prestare molta attenzione ai testi. Un'opera straniante, tragica ma a suo modo affascinante, persuasiva, un lavoro che vuol far sapere che c'è ancora qualcuno che si occupa della materia in modo intenso e sincero. Con il cuore. E per quanto se ne dica, alla fine, è l'unica cosa che conta davvero.
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