gronge Dolci Ricordi 2012 - Techno, Punk, Jazz

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Ogni album dei Gronge è più attuale di un TG. Questo è anche bello.

Chi non conoscesse i Gronge si perderebbe un bel pezzo d'Italia che a metà degli anni 80 inventa l'autoproduzione in Italia, insieme ai Franti. Basterebbe questo. Si sono definiti tecnopunkabaret, sono stati tra i primi a giocare coi campionamenti, ad usare il videoclip. Una sorta di Squallor anarchici mischiati ai P.I.L., si producono in stralunato punk jazz, unito all'elettronica basica e al cantato corrosivo ed iconoclasta di Marcho Gronge, uno vero. Ma poi, definirli equivale a rinchiuderli e figuriamoci se voglio essere io a far loro questo spregio.

"Dolci ricordi" è il loro ultimo lavoro originale, uscito nel 2012 ed andrebbe comprato anche solo per la copertina, un collage che comprende tra gli altri Padre Pio fotonico e Actarus con la faccia da gatto. Le canzoni sono intrise di romanità e di quella forza "illegale" rara in un disco degli anni 10. "Anima mia" apre questo album dissacrando il classico dei Cugini di Campagna ed è già manifesto."Graffiti 3" declama un sacco di scritte sui muri trovate in giro, sopra una musica di matrice noise funk ed è più attuale di un tiggì. C'è spazio per il cyber-punk tribale di "The teacher" e il post rock di "Dolci ricordi", bellissima nel suo minuto e cinquanta di prosa contro. "Forza lavoro" è un'autocitazione mentre "Pischelli", venata di jazz latino, è dedicata ai giovanetti che perserò la vita a causa dell'illegalità. Uno stornello romano amarissimo. "Killer naturale" è jazz puro, eccitante e parla dell'alcol. Non bene. "Man Ray lo sai" giunge alla deriva su un territorio noise intimo e spiacevole, disturbante, così come "My Brain". Concludono "Divento protagonista" e "Defilippis dead", quest'ultima nel tipico stile Gronge, il tecnopunkabaret di cui sopra. Parla di Maria, immaginatevi con quanto entusiasmo. Defilippis dead dead dead dead dead.

Ascoltateli i Gronge, se non li conoscete informatevi, ne vala la pena. Sono attuali ed insieme totalmente fuori posto. Provate con quest'album, se vi piace, andate a ritroso, di cose da dire ne hanno sempre avute e vi godrete uno spaccato al veleno dell'Italia negli ultimi 30 anni.

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La recensione Dolci Ricordi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-09-03 00:00:00

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