hip hop
“Non contano i dischi che vendi, le tipe che stendi, ma solo le mazzate che prendi, mo' è meglio che scendi”.
L'incipit è chiaro. Al di là della citazione di un Neffa d'annata, delle immagini di Nas imberbe che rappa sulle scale di un palazzone e di Lord Tariq e Peter Gunz che intonano la loro “Deja Vu” al centro di uno stadio, basta testare i suoni, la passione e l'attitudine dell'intro di “Il Cuore e la Fame” per capire che è di hip hop che stiamo parlando.
“Casomai io l'hip hop non lo predico, lo faccio”.
Non è questione di essere nostalgici. Si tratta più che altro di essere veri. Convinti. Cazzuti. Dopo vari EP e mixtape, il primo album ufficiale di E-Green ne conferma l'anima hardcore. Quella del vaffanculo a tutti o quasi. Un vaffanculo sostenuto dalla consapevolezza e dall'orgoglio, dalla voglia di fare. Un vaffanculo che può dar fastidio. Ma che alla fine tocca accettare per quanto è sincero.
“Per me il rap non è mai stata una fottuta via d'uscita, a me 'sto cazzo di rap ha rovinato la vita”.
Storie di coerenza, di scelte prese a schiena dritta e testa alta. Musica fatta a denti stretti, con le tasche vuote e la testa piena. Parole scritte con la rabbia e dette con la sicurezza di fare qualcosa di necessario, inevitabile. Dovuto prima di tutto a se stessi.
“Quando sei con me ogni mio sbaglio scompare”.
Il fatto è che fra tutti i pugni in faccia che partono da “Il Cuore e la Fame”, ci sono sentite dichiarazioni d'amore per una musica. Una cultura. Un mondo. È un album diretto, vero, fatto con il cuore e la fame, appunto. Non c'è pietà per nessuno, c'è rispetto per molti. Per gli ospiti del disco in primis, persone e artisti che – come E-Green – hanno fatto del rap una ragione di vita più che un'alternativa professionale al call center: Bassi Maestro, Johnny Marsiglia, Ensi, Ghemon, Primo, Squarta, Dj Shocca, Fid Mella, Big Joe e molti altri. True school. E alla fine – per andare a star bene – non manca proprio niente.
“Lo sai perché faccio 'sta merda così? Perché ho la coscienza pulita, e ho tutto quello che mi serve: un beat di mio fratello Zonta, gli scratch di mio fratello Tsura”.
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La recensione Il cuore e la fame di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-05-08 00:00:00
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