L'Olimpo dei cantanti strani forte accoglie con tutti gli onori Mimmo Parisi. Sono dell'avviso che "Quando non 6 Totti O Ligabue" sia una pietra miliare di hard combat rock al tempo della crisi. Essa viene affrontata dai cantanti strani con maggior volontà rispetto agli altri, quelli tristemente normali. Crisi nella sua accezione più intima e sentimentale, quella dei testi del grande Andrea Capanna, oppure crisi economica, della nuova povertà, descritta in maniera impeccabile da Le Cose Di Licianni. Per approdare poi alla crisi metafisica, che porta all'oblio e all'ascesi, di Dario Margeli. In questo importante humus culturale, si impone prepotentemente Mimmo, che ama dire le cose come stanno.
"Signor banchiere c’è? Mi serve un mutuo che mi compro quella casa bella. Lui chiede il quinto di stipendio ma di chi? Ripassi lunedì . Quando non sei Totti o Ligabue, non li convinci. Quando non sei uno di quei due Wo-o … Che dire di Jenny? L’ho vista all’Ikea, due occhi e vent’anni. Ho detto è lei che aspetto da sempre. Coraggio su vai, dopo un gelato fa: -Quanto guadagni qua? Le spiego non è quanto: è quando. Peccato finì lì il nostro amore sì ed era lunedì. Quando non sei Totti o Ligabue, mica fai colpo. Se poi non hai la moto, ciao. Wo-o"
Ah, non vi ho ancora detto che Mimmo fa musica come gli Europe e che questa è la sua "Rock the Night". Acuti, soli di chitarra, drumming (midi) che però ti immagini come nei video in cui il rullante colpito spruzza inspiegabilmente acqua. "A Berlino" inizia così: "A Berlino quel brutto muro non c'è più, ma qualcuno i mattoni ce li ha sempre su, in testa." Nel testo, Mimmo dice 56 volte la parola "Boom". Luzzato Fegiz ci diventerebbe matto. Arriva, telefonata, la ballad d'amor perduto, in stile Extreme. Bravo. Segue un altro lento, più Poison. "Stella cadente goodbye. Ciao non girarti ma vai." Mimmo fa degli acuti che se avete cani in casa, portateli in un'altra stanza. Giunge il momento dell'hard rock con l'intro di Beppe Grillo. Non sto scherzando.
"Ve l'avevo detto che finiva male, buttate i radical shick (scritto così n.d.r.)… tutti uguali e stronzi, di qua e di là. Ma la pagherete perchè siete osceni, tutti parenti del Führer."
Questo è l'inno di Mimmo al popolo 5 Stelle nell'epica "Arrendetevi, siete circondati". Ma l'album non è finito. In "Tempi Duri" Mimmo ha bisogno di un sogno. Vorrei vedere, dico io. Si chiude in bellezza con "Bolerock" che, sì, è il bolero in versione rock, e con il ritorno prepotente degli Europe e degli acuti. "Sky profondo blu, fortuna ci sei tu, Sky io son quaggiù, dai portami lassù, woooooooOOOOOOO"
Mimmo Parisi è uno di razza, un purosangue scalpitante nel nonsense di un'epoca in cui i musicisti non hanno più muscoli e capelli lunghi, ma somigliano agli sfigati che il rocker amava bullare in modo sano, poichè anch'esso vittima di angherie da parte dei capitalisti. E Mimmo non dimentica. Mi piace pensarlo come il wrestler del film di Aronofsky e che questo importante capitolo discografico sia la sua ultima battaglia contro il tempo. Massima stima. Ora potete sciogliere i cani, impazziti dagli acuti e forse iniziare la vera rivoluzione.
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