Lui Sono Io
Storia di una corsa 2013 - Cantautoriale, Rock, Folk

Storia di una corsa

Il racconto di una vita e delle sue tappe nell’esordio discografico dei Lui sono io.

Hai presente quando un disco non stravolge un’esistenza o cambia le carte in tavola? Quando tanti altri hanno scritto o detto che assomiglia a questo o a quest’altro ma ti parla con una voce nota e familiare? E ti è mai successo che quel disco raccolga e dia forma al taccuino dei pensieri, dei sogni e delle delusioni di due giovani ventenni tanto da farti sentire vicino all’angoscia metropolitana?

Credo che Federico Braschi e Alberto Amati, in arte Lui sono io, siano riusciti a fare soprattutto questo nel loro esordio discografico “Storia di una corsa”. Certo Federico ha una voce che ricorda il primo Renga, che gioca con l’erre moscia a fingersi Guccini, il loro sound è un pop-rock facile e generazionale sotto al quale anche l’ascoltatore meno ricercato potrà ritrovarsi, ma parlano una lingua universale e reale: quella dei giorni, quella delle prime visioni, quella delle strade nella notte, dei cartelli stradali, delle teste trasognanti appoggiate al finestrino. Gli arrangiamenti sono curati, complice il gran lavoro svolto dietro la console da Jd Foster (già produttore di Capossela e Calexico), i dieci brani oscillano tra le tentazioni più acide e decisamente rock di “Un altro treno” e “3 e 40” (lo spettro di un certo Canali è ben presente) e libertà decisamente acustiche e cantautoriali come l’opener “Brutti sogni” e la splendida “Santa Monica” e forse è proprio in questa seconda versione che i due riescano a lasciarci addosso qualcosa in più.

I due vivono il rapporto con la nebbia così come quel Jimmy Rabbitte in The Commitments quello degli irlandesi con il soul, facendone un marchio di fabbrica, qualcosa che ti resta addosso e ti fa raccontare la vita e la tua musica in un modo unico.

Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.