Un'idea di reggae un po' datata e ingenua nei suoi rimandi alla scena italiana di fine anni Novanta
Se nelle intenzioni iniziali i Percezionesestosenso volevano rimandare al reggae europeo, alla prova dei fatti è invece più la scena italiana di fine anni Novanta che fanno tornare alla mente: un po' per l'evidente legame col cantautorato che li avvicina alle cose di Adriano Bono ("Percezionesestosenso"), un po' per le istanze sociali e i riddim anche dialettali che ricordano i 99 Posse ("Nind de mal"), un po' per l'idea di "Koiné" che predicano sin dal titolo.
Un'idea piuttosto abusata che si riflette anche sul sound, così smaccatamente marleyano (al netto purtroppo delle voci) da suonare un po' ingenuo, un po' telefonato, alle volte anche troppo teatralizzato ("I man"). Come dire, sono passati un po' di anni, e anche gli Africa Unite, band che non può non essere tra i punti di riferimento dei Percezionesestosenso, sono cambiati nel tempo, hanno adattato le loro tematiche e soprattutto la loro scrittura restando al passo con il mondo che via via cambiava.
Ascoltando questo "Koiné" (ma basterebbe anche l'illustrazione di copertina per farsi un'idea) l'idea che ti fai è quella di un disco un po' vecchio, che al liceo ti sarebbe anche piaciuto, e che riprendendolo in mano oggi ti fa un po' sorridere, ripensando al te di allora e a quel gruppo, in cui magari un tempo ti trovavi tanto, che in realtà era normalissimo, e in molti casi non era nulla di che.
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La recensione Koinè di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-02-28 00:00:00
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