Dalla notte dei tempi, cronache di viaggio narrano di pellegrini e avventurieri in cammino sulle strade di Damasco, lungo la via della seta, per le steppe aride verso la Mecca. Si racconta che un tale dall’Italia arrivò a Khanbaliq dopo anni e che ci rimase altrettanto a lungo per scorgere il senso profondo dell’andare. Lo stesso spirito di Harrer sul tetto del mondo verso il Tibet. Odore di pioggia, di sandalo, di spezie e polvere dal Mediterraneo all’Oriente; ma anche sapore di musica di strada. Tanti strumenti, voci e cori, ritmo, una piazza, un vicolo, uno scorcio di porto di mare, porta verso il mare.
I polistrumentisti dell’Orchestra Bailam, provengono da Genova e solcano le onde della musica come leudi ricercatori di tesori e merci, come viaggiatori tra storia e geografia. Il loro disco è una festa nomade a ritmo di fanfara gitana e macedone, di tarantella e folk, di canto popolare e campanilistico, all’origine della musica suonata come contraccolpo deciso all’era tecnologica. Tracce di attitudine creativa e ricerca formale. Se state partendo per un viaggio, perdetevi in una nota di canto e musica che ha i colori accesi del mondo e un piccolo angolo di Genova nel cuore.
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