Un mondo acid-punk-rock pieno di invenzioni e piccole sorprese
Da Wikipedia:"La schizofrenìa è una malattia psichiatrica caratterizzata, secondo le convenzioni scientifiche, dalla persistenza di sintomi di alterazione del pensiero, del comportamento e dell'affettività, da un decorso superiore ai sei mesi (tendenzialmente cronica o recidivante), con forte disadattamento della persona ovvero una gravità tale da limitare le normali attività di vita della persona."
Ora non so se nel progetto Mosca nella Palude ci siano problemi d'affettività e se questi persistano da più di sei mesi ma di sicuro questo disco ha qualcosa di affine alla schizofrenia. Quella positiva però.
"Ultrafuck" è un buon titolo, contiene l'esatta sintesi di ciò che si sente, ovvero schiaffi, cazzotti, e calci in culo musicali. Quì si fotte lo schema e la canonicità del pop. Undici pezzi concentrati sull'unico taglio stilistico dell'ecletticità e del rock nelle più pazzesche trasformazioni.
Di fondo c'è la capacità tecnica di tradurre l'emotività in suono, la sperimentazione gioca un ruolo essenziale in questo disco: si ascoltano voci arrivare da lontano con urla lancinanti, spezzati di batteria e chitarra assieme eseguiti con precisione quasi a seguire delle formule algebriche, melodie da filastrocca satanica ma anche armonizzazioni vocali non da poco, quì i Korn fanno un balletto con i Faith No More.
Ciò che stupisce durante il primo ascolto è l'immediatezza con cui si percepiscono le singole canzoni, assai strane e maligne, quanto accessibili ed orecchiabili. In "Beastie Toys" l'ipnotico "What you wanna do now?" ripetuto valocemente ti entra subilto nelle sinapsi e ti tormenta per i successivi minuti, mentre in "AaaYee" gorggheggi in lingue inesistenti si siedono su un tribale incedere di tamburi africani, poi di colpo la chitarra ruggisce e si ripiomba in nordamerica.
Valanghe di idee appena accennate decorano ogni brano e danno colore, i campionamenti sono decisamente curati, ben scelti ed infilati con una precisione che manco gli assist di Totti. Il mondo immaginifico che ci si trova ad ascoltare è quello di un inferno popolato da demoni divertiti, che non aspettano altro che il loro turno per salire sulle montagne russe ed alzare le braccia per la foto di rito.
Creatività e genio in questo lavoro di Mosca nella Palude, fumetto a tinte acide con dialoghi di sole onomatopee, album perfetto per fare a botte. Please: try this at home.
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La recensione Ultrafuck di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-02-07 00:00:00
COMMENTI (2)
gruppo di figli di puttana
Se il dottore ti ha detto"Lei ha una forte,fortissima allergia alla pop music,se ne tenga ben lontano!" e il vaccino le case farmaceutiche ancora non te lo lasciano pagare,fai come me,imbattiti in un loro live e ricomincia a respirare!