Impossibile non volere un po' di bene a Toni Moretto, veterano del reggae roots a cui "esce il sole dagli occhi"
Toni Moretto è stato tra i fondatori dei Pitura Freska, trent'anni fa, poi si è trasferito nella campagna toscana per fare vita agreste, ma senza smettere di dedicarsi alla musica. Ormai è una sorta di padre putativo della scena roots del centro Italia, spessissimo al fianco di artisti come Jaka, Michelangelo Buonarroti, Il Generale (con cui ha inciso anche due dischi). Insomma, il nostro non è certo l'ultimo arrivato: e questo si sente, eccome, da come suona questo suo disco solista. Merito, certamente, degli ottimi musicisti che vi hanno partecipato, ma anche delle capacità compositive di Toni, per cui scrivere ritornelli collosi come "Il sole dagli occhi" o "Vedi, devi" sembra sia un gioco da ragazzi. Discorso simile vale per i riff dei fiati e per le digressioni dub.
Sui testi di Toni, che nell'album hanno grande spazio, invece va aperto un capitolo a parte. Si dividono sostanzialmente in tre filoni: il primo è quello del classico testo di reggae italiano, un po' sociale un po' evocativo, e in questo non mancano esempi validi, come i due pezzi già citati sopra, oppure "Nell'aria". Il secondo è quello del social-manifesto (tipo forza-ragazzi-tutti-insieme-facciamo-qualcosa-di utile-per-il-mondo), e qui le cose si complicano perchè il buonismo iperglicemico di certi messaggi ("Solidarietà" su tutti, ma anche "Rito propiziatorio" e "Sabbia dall'Africa") ne rende piuttosto ostica la fruizione a un ascoltatore normale, diciamo che non lavori come educatore in un oratorio o non sia membro dei neo-redenti Club Dogo ("Per illuminarmi" è praticamente la cugina giamaicana di "Spacco tutto green edition").
C'è però il terzo filone, quello che ti sorprende per il suo candore, e la sua poetica semplicità: è il caso di "La voce", una sorta di inno alla bellezza della voce umana; e ancora di più di "Quando sei", in cui su un arrangiamento manuchaoesco Toni racconta la sua storia d'amore con una ragazza che gli avevano descritto come "allegra ma orripilante", e per cui lui perde completamente la testa, in senso buono.
Sono testi che fotografano molto bene un disco onesto, generoso e senza spocchia, e il personaggio di Toni Moretto, a cui in fondo è impossibile non volere almeno un po' di bene: diciamocelo chiaro, non sono tante le persone a cui "esce il sole dagli occhi".
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La recensione Il sole dagli occhi (2013) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-07-31 00:00:00
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