Se tu fossi lì, probabilmente gli altoparlanti diffonderebbero questa musica
Se tu fossi solo in un aeroporto completamente vuoto, dove i tabelloni riportano solo le destinazioni. Nessun orario, nessun gate di partenza. Se per qualche motivo sconosciuto avessi dimenticato di portare un bagaglio. Se la luce del crepuscolo che colora di rosso il cielo oltre le vetrate portasse con sé, oltre al suo discreto fascino, anche un vago senso di panico per la notte che incombe.
Se tu fossi lì, probabilmente gli altoparlanti diffonderebbero questa musica.
A volte più ambient, a volte più industrial, l'elettronica degli YWD attinge armonicamente a suggestioni molto lontane fra loro. Ha la capacità di farti perdere le coordinate geografiche e spazio temporali come farebbe "Music for Airport" di Brian Eno. Riesce a isolarti da tutto ciò che c'è di tangibile intorno e a farti galleggiare in questa specie di liquido amniotico fatto di vibrazioni, come i Massive Attack, o i più vicini Iori's Eyes. Le percussioni di Ripcord, dal suono metallico e industriale, seminano un vago senso di orrore, ricordando le sperimentazioni musicali degli Einstürzende Neubauten.
Questo EP è solo una piccola prova dell'indubbio talento degli Years Without Days. Aggiungici il fatto che sono dannatamente giovani, e avrai un duo su cui scommettere nei prossimi anni.
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La recensione Universe Under The Skin di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-01-09 00:00:00
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