I FabFour decostruiti e riarrangiati, con elegante tocco jazz
Chi non si è mai cimentato con un pezzo dei Beatles? Del resto, sono canzoni che appartengono ormai al serbatoio artistico dell'umanità. I Miscellanea Beat ci hanno registrato un intero disco, decostruendo e riarrangiando ciò che i FabFour hanno regalato al mondo. Il duo è nato qualche anno fa ed è formato da Gionata Costa, violoncellista tra i fondatori dei Quintorigo, e il chitarrista Massimo Marches, già nelle Officine Pan.
"Within the Beatles" è il risultato: quindici pezzi eleganti, dal tocco jazz , con inserti elettronici e un impianto acustico. Belle le versioni di "If I fell" e "Come together", distorta e schitarrata, quasi blues in certi punti. "Norwegian wood" è allegrotta, un po' stile Jack Johnson (ci vorrebbe un ukulele). Poi c'è "Strawberry fields", con attacco lo-fi ed esecuzione che cresce via via. "Ticket to ride", abbastanza fedele all'originale, con un riff nascosto che torna ossessivamente e qualche sorpresa finale. Un po' alla maniera di quel "Musica Nuda" di Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, che hanno avuto un successo incredibile con grandi canzoni di altri colleghi, i Miscellanea Beat provano a mettere le mani su qualcosa che, già di suo, è bello. E universalmente acclamato, adorato. Tutto sta nel trovare la chiave giusta per riproporlo al pubblico.
Il disco è godibilissimo e loro sono musicisti navigati. Però, per ricordarsi della loro "Michelle" allo stesso modo di come ci ricordiamo della "Black bird" interpretata dalla Magoni, bisognerebbe aggiungere qualcosa di davvero indelebile. Una traccia più forte che marchi differenze, per far presa su chi ascolta. A quanto pare, comunque, questo è solo il primo tassello di un loro progetto più composito. Quindi, aspettiamo il seguito e intanto ci gustiamo questo.
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La recensione Within The Beatles di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-09-06 00:00:00
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