Avevamo lasciato i Runa Raido nel 2011, ai tempi di “Per Ritrovare La Quiete”, album che peccava di insoliti rallentamenti e un cantato che faticava a seguire la parte strumentale. A distanza di due anni la band romana torna con “Il Primo Grande Caldo” e quello che salta subito all’orecchio è che i Runa Raido sono cresciuti, maturati, migliorati.
Michele si apre in modo forte, ed è vero che si oscilla anche qui fra rallentamenti e suoni che virano verso ritmi più concitati, ma fila tutto liscio e l’ascolto risulta piacevole senza incappare in garbugli sonori. Al Tempo Dei Fuochi è un excursus di ricordi accompagnato da riff di chitarre e una batteria prima più frenetica e poi più calma, mentre Il Primo Caldo, con i suoi suoni pieni e curati, racconta di un tale Sandro che impara a respirare e camminare anche in situazioni spiacevoli. In Buone Maniere la band ci culla fra atmosfere soft alternate a rullate decise, per accompagnarci poi verso Estate Torna: batteria minimal, sommessa, chitarre garbate e voce morbida. La fine arriva con La Domenica Delle Salme, cover di De Andrè che rimane però coerente all'atmosfera del disco.
I testi raccontano storie e temi reali, non c’è ombra di banalità nelle parole e i suoni oscillano fra momenti più suggestivi e riflessivi, fino a toccare mood più carichi di energia. Il sound è onesto, studiato e rifinito nei dettagli ma, in fondo, semplice allo stesso tempo.
Certo "Il Primo Grande Caldo" non sarà il disco che ci cambierà la vita, ma è un buon lavoro che si distacca dal precedente in termini di crescita (e questo è quello che ci aspettavamo da loro), e il risultato finale funziona. Pare insomma che la strada sia quella giusta.
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