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Fantasy Lane 2013 - Psichedelia, Indie, Post-Rock

Fantasy Lane

Ci troviamo davanti a una serie di pezzi notevoli, ma che presi nel complesso confondono e si indeboliscono a vicenda, come un discorso in cui ogni frase contraddice la precedente. Un disco che non convince del tutto

Fantasy Lane è un viaggio introspettivo e ridondante all'interno della personalità dell'artista, che non si risparmia le sperimentazioni stilistiche più disparate verso direzioni davvero diverse. Forse troppo: il suo pop rock si contamina di rap, hard rock e folk in una soluzione non del tutto omogenea, che lascia l'ascoltatore disorientato e a tratti esausto.

I pezzi ben riusciti ci sono: "Just for a While" è una bella ballad, che mescola inclinazioni folk e suoni acidi ed elettronici. "SonicaMente", forse il pezzo migliore del lotto, é un gran bel pezzo pop, melodico e dritto, dove la sensibilità artistica e femminile dell'artista diventa davvero rilevante e peculiare; una canzone ambivalente, dolce ma energica, che non sarebbe difficile da immaginare come tormentone alla radio. Innegabile inoltre quanto l'italiano valorizzi la voce di Raffaella Daino, molto più quell'inglese a cui é affezionata, ma che poi fatica a pronunciare in maniera convincente. In "Calling", il tentativo più dream pop, si sentono piacevolmente gli echi dei Mazzy Star e di quel rock anni 90 tutto al femminile. "War" invece é davvero un pezzo banale, nonostante il tema impegnato. L'effetto "Zombie" dei Cramberries (1994) è dietro l'angolo e somiglia più a una sterile scopiazzatura che non a un'ispirazione.

Ci troviamo davanti a una serie di pezzi notevoli, ma che presi nel complesso confondono e si indeboliscono a vicenda, come un discorso in cui ogni frase contraddice la precedente. L'unico motivo per il quale questo album non convince del tutto.

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