Così dolce da nauseare. Fate musicare una fiaba per bambini agli Afterhours e vedrete.
Siamo di fronte ad un disco vecchissimo, obsoleto. Come recita la biografia della band, ormai già sciolta: è un disco concepito nel 2007, abortito nel 2009 e ripreso ora nel 2013 per darlo alle stampe. “Smorfia Adesiva” rimanda agli Afterhours del periodo di “Germi” e “Hai paura del buio?” con un immaginario sonoro simile, una produzione simile, e quel tipo di chitarra. Aggiungete dei testi che ricordano le filastrocche dell'Albero Azzurro, espediente che se al primo episodio incuriosice, all'ennesimo ricalca una monotonia fastidiosa ed un certo effetto pacchiano. Vi cito giusto qualche esempio: “benvenuto a Color Town, questa è la città dei Clown” ("Color Town"); "la campana d'argento dondola nel divino tempio... una giostra meccanica, trasforma gli umani in marionette" ("Sub-Divinità"); oppure titoli come "NeoCybor", "Fanta Pupazzo". Insomma, un'orgia di tutto quello che potrebbe ricordare il mondo fiabesco. E l'album procede, quindi, sempre uguale, piatto, sia per forma che per contenuti.
Non si mette in dubbio la passione che i Nimphabula ci misero al tempo, ma è un disco con più di un difetto e che metteva in luce ancora molto lavoro da fare. Spero che i singoli musicisti l'abbiano capito e abbiamo raddrizzato le strade delle loro successive carriere soliste.
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La recensione Smorfia Adesiva di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-09-23 00:00:00
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