Suoni ultra anni 80 per un campione dell'Italo disco, stavolta meditativo.
Alberto Stylòo è il nom de plume di Alberto Signorini. Nom de plume importante, dato che negli anni 80 è stato tra i protagonisti dell’Italo disco: di lui si ricorda almeno la hit “Pretty Face”; i più sgamati hanno sicuramente presente anche “Miss You”. Recentemente Signorini ha collaborato a “Come il vetro” di Garbo e proprio per l’etichetta del musicista milanese esce questo “Peach”. Come recita il comunicato stampa, “l’album, attraverso i nove brani che lo compongono, di cui uno solo cantato, narra una vicenda realmente accaduta nell’antica Cina e che ruota attorno ai suoi due protagonisti vissuti intorno all’ 1 a.C.: l’Imperatore Ai, della dinastia Han, e Dong Xian, un ragazzo di rara bellezza. Dovendosi rivestire, per non svegliare l’amante addormentatosi sul suo vestito adagiato sul giaciglio, l'Imperatore preferì tagliarne la manica con la sua spada”. Si spiega così il mood prevalente nell’album, pesantemente e volutamente debitore alle colonne sonore di Ryuichi Sakamoto per “Furyo” e “L’ultimo imperatore”. A volte pare di sentire echi della tromba di Jon Hassel (“Red Shift”), mentre altre si scade in climi che evocano lo spettro di Enya (“Black Crystal Lotus”); in generale domina un soffuso e vago sentore di Japan. Il suono portante dell’album pare (posso sbagliare) quello del Yamaha TX816, molto anni 80 (per intenderci, è quello di “Take my Breath Away” dei Berlin), che non conosce mezze misure: o lo si ama o lo si odia. Personalmente non mi è mai piaciuto, così come trovo il disco poco riuscito. Ma qui, davvero, siamo nel campo ultra soggettivo del gusto. Ascoltate e pensatela come vi pare.
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La recensione Peach di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-10-18 00:00:00
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