Faticosissimo arrivare in fondo al disco, i ricordi del liceo sono dietro l'angolo
Io sarei anche un po' stanchina di questi emuli dei Verdena del 1999. “Con un taglio netto” non ha veramente nulla di interessante, si fatica ad arrivare alla fine dell'EP, formale com'è nelle certezze dei suoi riff di chitarra banalotti, le strutture strofe/ritornello/bridge tanto per star sicuri che i Nickelback ci abbiano insegnato tante cose utili (sempre così: strofa sommessa, ritornello ad esplodere), gli arrangiamenti standard, i timbri anni '90 (senti i break strumentali di “Debole”). Almeno ci si sarebbe potuti impegnare un pelo di più nel compilare la scaletta, visto che il brano nettamente migliore, “Ogni re”, è posto in coda al disco.
Tutto questo di per sé non rappresenterebbe un problema in assoluto, se non fosse che di questa roba ne abbiamo pieni gli hard-disk e prima ancora le compilation che il compagno del ginnasio, unico possessore di un masterizzatore che lo rendeva più o meno il Dio assoluto e venerabile di tutta la scuola, distribuiva tra noi adoranti portatrici di Dr. Martens. E così, tra un brano dei Silverchair, uno dei Puddle of Mudd, guardando con diffidenza alle compagne che guardavano MTV, si costruiva la nostra faticosa scalata alla “cultura musicale”.
Concludo dicendo che se ancora vi piace questa roba datelo pure un ascolto ai Lovebird, io che invece posso scegliere, me ne vado in cameretta nella mia vertigine di ricordi del liceo a riascoltare quella cassettina la cui etichetta recita “Gita a Londra, III A”.
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La recensione Con un taglio netto di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-11-04 00:00:00
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