Differently Equal. Un ossimoro che crea confusione...anche negli Sleepin' George.
L'album degli Sleepin' George, quartetto di Cremona, mi ha da subito ricordato la pizza al prosciutto e ananas. Mi spiego: quelle rarissime volte che ho deciso di variare dalla mia abituale Diavola per provare l'inusuale meltin pot culinario, ricordo di aver provato le medesime sensazioni contrastanti che ho provato ascoltando "Differently Equal"; confusione, insomma. La prima traccia "Come on baby" introduce ad un album apparentemente rock pop che onestamente non dice nulla di nuovo e questo mood pervade gran parte della successiva "Seven Octaves". Da questo punto in poi il disco ha una decisa ripresa con "Four Years" sulla quale aleggiano le positive influenze chitarristiche di Wes Montgomery e l'equilibrio complessivo del quartetto si fa più armonioso, le cose danno l'idea di potere funzionare. La chitarra, sicuramente la nota più espressiva all'interno del gruppo, è la protagonista di un'aria malinconica e molto noir in "All in a day", sicuramente il pezzo più significativo di "Differently Equal", dove le influenze Jazz si fanno sentire con più personalità e le qualità tecniche della band vengono a galla, poi ribadite nella traccia seguente "Runaway".
La caotica mescolanza del disco si riassume benissimo nel suo brano di chiusura. La lunghissima "Out Of Space", infatti si divide in tre parti: la prima e l'ultima, perfettamente congruenti e in linea tra loro andrebbero a costruire una ballata dalle tonalità oniriche e, soprattutto nel finale, vagamente lisergiche. Creerebbero un perfetto continuum se non fosse che, a circa metà della traccia, la canzone dal nulla assume una linea distorta dando spazio ad un assolo di chitarra decisamente fuori luogo, per poi interrompersi dopo due minuti scarsi e, sempre dal nulla, tornare al sound della prima parte.
L'album finisce e, così come la pizza ananas e prosciutto, mi lascia sazio ma con degli interrogativi. Il Rock e il Jazz si possono mischiare certo, e in più di un episodio gli Sleepin' George dimostrano di possere le capacità tecniche per farlo. Evitassero qualche scivolone in momenti più banali, di qualità decisamente e più bassa e decosten decontestualizzati dal resto, disorienterebbero meno il palato.
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La recensione differently equal di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-10-10 00:00:00
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