Dopo una sacrosanta gavetta fatta di concerti a zonzo per l’Italia, un debutto nel 2011 e altre svariate autoproduzioni le Dieciunitàsonanti alzano il tiro e grazie alla fattiva benedizione di Luca Novelli dei Mokadelic e del buon Paolo Benvegnù mancano il centro del bersaglio di un soffio appena.
“Dove” è davvero un gran bel disco di sussurri sonici che lambisce, a suo modo, l’autorevolezza di un concept-album sulla (micro)esistenza, moderno e stagionato al contempo, ma che ha dalla sua il solo difetto di sfiorare con i polpastrelli una certa pretenziosità orchestrale di fondo, dispensando in alcuni frangenti leziosismi che tolgono all’impasto spontaneità emotiva per aggiungervi ridondante macchinosità (la title track su tutte). Ciononostante rimane alto il livello medio, anche lirico, delle composizioni, da una parte affezionate alle più recenti minuterie metalliche d’oltreconfine (“Una nuova distanza”, “Con tutta calma”, “Tu contro i condomini”) dall’altra alla tradizione cantautoriale di casa nostra (dalla scuola romana, vecchia e nuova, di Baglioni, Venditti, Zampaglione, Fabi e Gazzè, fino agli ermetismi dello stesso Benvegnù, passando dall’immenso Lucio Dalla, candidamente celebrato con la cover di “E non andar più via”); un doveroso sguardo infine è rivolto dalla band capitolina alle nuove certezze dell’indie pop nostrano, come Perturbazione e Ministri le cui sonorità - oltremodo impreziosite dagli archi di Laurence Cocchiara, Costanza Pepini e Catherine Bruni - rinfrescano come Dio comanda il quadro d’insieme, fino ad abbracciare atmosfericamente tutte quelle “tonalità del grigio” evocate dalla stessa band nella bella “Le mani sulla città”.
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