“C'è un unico errore innato, ed è quello di credere che noi esistiamo per essere felici”
(Cit. Schopenhauer)
Questa è la frase usata da Michele Grassani per descrivere “Happines”. Lo scopo di queste sette tracce è mettere in musica questo concetto. Dissociazione, sdoppiamento e schizofrenia sensoriali infatti sono le reazioni che si conoscono dopo l'ascolto di questo lavoro. Un muro di rumore, un fracasso infernale, assalti sonori incomprensibili che disturbano la psiche umana, un rumore che però è impossibile staccare, togliere. Questo frastuono ti attrae, ti affascina, ti rapisce. Un fascino morboso dell'oscuro interiore portato alla luce tramite la lavorazione stratificata del rumore. Uno smembramento del concetto di musica più classico attraverso una sperimentazione esacerbata di synth analogici-digitali, field recordings e sinceramente si fa fatica a capire cos'altro, perché ciò che risalta è sempre lui, il caos, tanto caos.
Un suono sofferto, disorganico che sembra provenire dalle paure e dal dolore più profondo dello stesso Michele. Questa non è musica per sollazzarsi e tanto meno per rallegrarsi ma accomodatevi pure e sbattete la faccia sulle raffiche di rumore, perché questo è un progetto coraggioso, un ascolto che richiede una mente aperta e una buona dose di curiosità.
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