monsieurvoltaire
33 2013 - Cantautoriale, Psichedelia, Acustico

33

Prendere il suono di un’epoca e farlo proprio, con passione.

Il respiro di certa musica pare più intenso, l’ossigeno si concentra nei suoni e il risultato si fa denso, concreto, ti sembra di poterlo toccare mentre ascolti, e ogni pezzo è l’aria che si muove intorno a te, il vento che spinge e rimarca i tuoi gesti, un soffio carico di ricerche oniriche e di piccole diavolerie lisergiche. E c’è il folk che galleggia su un passato non così remoto in “Ray Land”, che si scioglie e si moltiplica in progressioni psichedeliche in “The Shine”, e il senso della pioggia e del ricordo e degli anni sessanta riflessi in una presa malinconica (“Higher Than the Sun”), e su tutto una polvere poetica e un’eleganza leggera. Tanti fiori, technicolor dreams ed helter skelter nelle aperture pop rock di “Emily” e “The Run”, e il percorso si compie regalando tuffi nella memoria tra cantautorato e approcci d’avanguardie sixties, tra tinte cangianti che celebrano vecchi esperimenti e lo fanno bene.
Monsieur Voltaire è il progetto di Marcello Rossi, sostenuto e prodotto da Carlo Barbagallo e giunto dopo altre, varie esperienze musicali che coprono decadi, ed è un omaggio denso, intenso e concreto a un background sonoro, è un girare intorno a certi capisaldi (penso a Syd Barrett e sicuramente lo faccio pure perché leggo “Emily” tra le tracce, ma in realtà è come prendere in blocco le venature melodiche di un’epoca e farle proprie) e girare con cura assaggiandone differenti essenze: piacevole e raffinato, credo che “33” sia un album desiderato e voluto quasi fosse il momento per Rossi di palesare la sua passione per un certo sound, e la passione è ciò che lo rende personale.

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