Hello again
Happy moondays 2013 - Pop, Electro, C86

Happy moondays

EmotivitĂ  chillwave.

Al nocciolo. Sei pezzi pieni, zeppi, traboccanti sentimento. Come se l'italo, la chillwave, avessero sposato l'emo e non ce ne fossimo accorti. Dietro Hello Again non c'è nessuno, o meglio, c'è questa grossissima dose di magone che basta e avanza per girarsi dall'altra parte ogni volta che la guardi negli occhi (che non ce la farai mai a reggere tutto 'sto peso, lo sai). In sostanza, a livello di suono "Happy Moondays" non dice niente di nuovo, anzi, forse suona pure fuori tempo massimo, con le batterie che fanno i soliti tum-tum-pa, i synth effettati, la voce dentro, stile Washed Out che nel 2009 già faceva il verso a Gary Low. Il mood insomma è quello lì, ancora più roots ed analogico però, senza tutta quella ipnagogia che avrebbe solo appesantito.

Il punto è che suona comunque onesto, senza maniera o nascondendosi dietro tutte queste onde. E racconta una storia: lui se ne è andato e ora vaga senza meta, svuota i bar, scopa con le altre, ma lei rimane sempre lì, fissa in testa, non la scorda. Il disco finisce con quest'immagine, non c'è morte o resurrezione, semmai un'eterna attesa che, converrete, porterà solo altro dolore. È empatico, e quando c'è l'elettronica in mezzo non voglio dire che succeda poche volte, ma quantomeno non con questa semplicità. E poi ha delle melodie bellissime, ascoltate "All the time", "The man who lost control" o anche solo "She is a part of me now". Si fissano in testa e non vanno più via. Sinceramente non so che futuro possa avere, se avrà la capacità di continuare a tenere alto il livello e spiazzare con questo reparto cardiologico che ha in petto, oppure se sarà solo una meteora, il tempo di un disco e poi finisce tutto. Nell'attesa godetevi questo esordio e non rimarrete delusi.

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