Noste è uno di quei cantautori che nella loro carriera arrivano ad aprire i concerti di Enrico Ruggeri, Riccardo Maffoni, Alberto Fortis e Luisa Corna. Ha sicuramente un pedigree di qualità, si sente che sa cantare e comporre. Comunque non ci siamo. Tra Mario Biondi e Zucchero, soul che sembra arrangiato da Demo Morselli. Il testo s'impalla su quanto il nostro sia innamorato di una barista che palesemente non ricambia. Il secondo pezzo però cambia completamente registro. E' una ballata intima voce e chitarra, registrata in casa. E' bella. Misurata, dolce, suadente. Lui sembra un altro. Mi viene da pensare che abbia scritto "La Barista" per vedere se funzionava il singolone commerciale. Non va bene. Noste ha qualcosa da dire, ma sbaglia vocabolario. "La Barista" è un pezzo dozzinale, "I tuoi mostri" è una bella canzone. Quindi dispiace bocciare il suo lavoro, ma non posso proprio vedere la scritta "questo brano è stato escluso dalla scaletta dei brani dell'album per scelta artistica" premiando così un pezzo commerciale ma non commerciabile ed in sostanza inutile. Scegliere la bellezza sarebbe già un bel traguardo.
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