The “Big Stoner Machine”, primo album omonimo di questa band napoletana, come immaginerete è un disco di stoner rock con classiche influenze hard rock anni '70. Tutti i sette pezzi dell'album hanno la stessa matrice: chitarra pesante, basso potente e batteria a ritmo lento. Forse un po' troppo ripetitivo per i miei gusti. “The Big Stoner Machie” ha un bel suono, delle belle armonie ed è anche ben registrato, ma purtroppo questa omogeneità nei brani non da modo a nessuno di essi di spiccare e farsi notare. Le influenze sono varie, in “Black Limbo” sembrano i Queens Of The Stone Age, in “Godsun” sembrano i Black Sabbath, nel resto dei brani non si distaccano dagli più classici Kyuss.
I Salice Cried The Big Stoner Machine hanno ottime capacità tecniche ma poco creatività, difficilmente riuscirebbero ad attirare un non amante del genere. Contemporaneamente si candidano in un campionato piuttosto aggressivo, in Italia c'è una folta scena di band stoner davvero valide, e non basta svolgere il compitino per ritagliarsi il proprio spazio. Il potenziale c'è. Vedremo in futuro.
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