Un disco reggae che spazia in sonorità pop rock, suoni da approfondire meglio in futuro
Ditemi che non è finita davvero l’estate e che si può ancora tornare a mollo nell’acqua fresca o a cuocere al sole come lucertole. In compenso possiamo fingere di essere spaparanzati sulla calda sabbia della Giamaica, modalità mi rilasso on. Con “We Can Do It!” dei Mom Blaster sparato nelle cuffie, nove pezzi di matrice reggae che attingono le loro radici nel pop rock.
La voce è donna, così come lo è l’icona della copertina raffigurante Rosie the Riveter, simbolo del femminismo e del potere economico delle donne. I pezzi trattano di amore (la opener “I Don’t Wanna Lie To You”), impegno e sacrificio (l’inno a ricominciare nonostante tutto sembri perduto “From the Beginning”), le sonorità virano sia verso il pop rock (“No More Piercing”), che verso lo ska (“Four Letter Word” e l’ultima traccia “Really Gone!”), passando per un inno cantato da un’intera crew, “Everyone Is An African”. La voce di Monica Ferrante è potente, risonante, un’esplosione di personalità ed energia che non affossa gli altri strumenti, ma li valorizza, lasciandogli il giusto spazio in tutti i pezzi.
Spesso però il tutto risulta troppo perfetto e, a tratti, monocorde; nonostante di base rimanga il reggae, i generi che i Mom Blaster vogliono proporre sono un po' troppi, si finisce in un attimo nel pop, un momento dopo nel più classico rock e, improvvisamente, nel punk, senza riuscire a capirne il percorso. Il risultato è che l'ascoltatore, a disco terminato, non riesce a ricordare cosa aveva apprezzato e cosa no. Il lavoro risulta senz'altro ben suonato e ricco di spunti da approfondire che, in futuro, possono creare quel guizzo personale che non riesce qui ad emergere completamente. Per adesso ci godiamo questa esplosione di energia.
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La recensione We Can Do It! di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-09-23 00:00:00
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