Dalle parti di Giovanni Allevi e Fabio Volo. O li si ama o li odia.
Francesco Trento si definisce “non un pianista, nemmeno un batterista, neppure un chitarrista”. L’album – doppio e interamente strumentale, per un totale di venti tracce – che ha confezionato vuole rappresentare “la sua emotività e le sue esperienze interiori” (traduco dall’inglese: “the sensitivity and emotional experiences”). Quello che ne esce è un disco molto pianistico e molto melodico, che dà il meglio di sé quando sotto le melodie si agitano frammenti rumoristici. In generale però il clima è quello di un disco di Giovanni Allevi, il quale, come si sa, o lo si ama o lo si odia. Se lo si ama, è perché lo si trova straordinariamente capace di trasmettere le proprie emozioni. Se lo si odia, è perché si trova il modo in cui trasmette le proprie emozioni straordinariamente banale. Un Fabio Volo della musica, insomma. Entrambe le opinioni sono legittime: io appartengo però alla seconda scuola e ritengo quindi di aver detto tutto di questo album. Sperando che Trento non me ne voglia troppo, dato che “sensitivity” significa anche “permalosità”.
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La recensione FrAzioni di Viaggio di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-11-21 00:00:00
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