Folk dalle sfumature etniche e jazz. Un buon esordio.
Il gruppo capitanato da Fabio Curto (alla voce e al violino) esplora sonorità mediterranee, per esempio attraverso l'abile uso di uno strumento versatile e inconsueto come il charango, richiamando con devota nostalgia strumentale il De André di "Crêuze de mä". Questo gusto filologico per il folk e l'etnico si palesa soprattutto nei primi due brani del disco "Aurora" e "Il Funambolo di Poznan". La Van Guardia però ripercorre questi sentieri già battuti con un piglio gitano e goliardico, dissemina in tutta la tracklist ritmi scanzonati e incalzanti propri del jazz (anche per merito delle incisive linee di contrabbasso) ma soprattutto testi ricchi e frizzanti che ricordano il Capossela più circense di "Canzoni a Manovella". Meritano più di un ascolto, in un futuro prossimo potrebbero rivelarsi una gran bella scoperta.
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La recensione la van guardia di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-10-09 00:00:00
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